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24 dicembre 2008

Macellavano carne in un furgone


Il laboratorio era allestito nella zona dell'ex zuccherificio. L'operazione ha portato al sequestro anche di pesce e pasta, senza indicazione di provenienza. Il tutto forse era destinato a finire sulle tavole durante le feste.


Fano, 23 dicembre 2008 - Blitz della Squadra mobile di Pesaro in un laboratorio alimentare clandestino a Fano, allestito a bordo di un furgone, dove venivano macellate, trattate e commercializzate carni bovine di dubbia provenienza.

Al suo interno gli agenti hanno trovato e sequestrato un quintale di carne bovina senza etichettatura né documenti che ne indichino la tracciabilità, oltre a un container con altra carne, pesce e pasta, ugualmente senza indicazione di provenienza.

Il laboratorio, allestito nella zona dell'ex zuccherificio, è intestato ad un piccolo imprenditore alimentare, F. F., al quale verrà comminata una sanzione amministrativa da svariate migliaia di euro per la manipolazione e il confezionamento irregolari degli alimenti. La carne e gli altri alimenti sequestrati verranno sottoposti ad analisi dalla Zona 3 dell’Asur e dall’Istituto zooprofilattico.

All’operazione, scattata stamani, ha partecipato anche il Servizio di prevenzione della Zona Asur, oltre al veterinario Beniamino Cenci. Ad un primo esame la carne sembra di provenienza italiana, probabilmente destinata a finire sulle tavole di ristoranti e famiglie durante queste feste di Natale.

(24.dic.2008 - Il Resto Del Carlino)

09 dicembre 2008

Maiale alla diossina, 20 anni di allarmi alimentari


Dopo le mozzarelle del marzo scorso, la diossina torna ad essere una minaccia alimentare, nell' ultimo dei numerosi allarmi affrontati negli ultimi 20 anni in Europa.

Diossina. Risale al 1998 l'allarme per la presenza di alti livelli di diossina nel latte di bovini in Francia, causato dalla contaminazione di componenti dei mangimi provenienti dal Brasile. Ancora i mangimi contaminati un anno più tardi sono stati all'origine di un allarme in Belgio, con la contaminazione di pollame e carni rosse, uova e latte. E risale alla primavera scorsa, in Italia, l'allarme sulla mozzarella contaminata.

Aviaria. Una delle ultime grandi psicosi è stata causata dall'influenza aviaria, con la presenza del virus H5N1 nei volatili e 351 casi di infezione trasmessa dagli animali all'uomo, con 129 morti, avvenuti soprattutto in Asia fra 2003 e 2008. L'aviaria ha portato con sè una forte contrazione dei consumi di carne bianca e l'abbattimento di milioni di volatili negli allevamenti di mezzo mondo, anche in circostanze per le quali il rischio infezione era tutt'altro che provato.

Mucca pazza. L'allarme sull'Encefalopatia spongiforme bovina (Bse) risale a metà degli anni '90. La malattia era originata in parte da farine animali e, se trasmessa all'uomo, si manifestava con una nuova versione della malattia di Creutzfeldt-Jakob. Il maggior numero di casi si è avuto in Gran Bretagna, con 158 vittime. Dal 1994 e fin dopo il 2000 la Ue ha imposto norme sanitarie severissime per gli allevamenti. In quegli anni i consumi di carne bovina subirono un brusco rallentamento.

Peste suina. Colpì nel 2002 Germania, Francia e Lussemburgo. I problemi in questo caso ebbero una natura solo economica, perchè la malattia non presenta rischi per le persone. Ma il principio di precauzione spinse i consumatori a ridurre fortemente l'acquisto di carne suina. Afta epizootica. Chiamata anche Lingua blu, nel 2001 esplose in Gran Bretagna, dove vennero abbattuti oltre 6,5 milioni di ovini, e poi si diffuse in Irlanda, Francia e Olanda. La causa fu attribuita alla nutrizione dei maiali con scarti di cucina contenenti prodotti animali importati dall'Asia.

Manzo agli ormoni. Nel 1988 la carne di manzo proveniente dagli Stati Uniti divenne un problema per i consumatori europei a causa degli ormoni steroidei utilizzati negli allevamenti americani, ma in Europa ritenuti a rischio per la salute.
09.12.2008 - il messaggero

05 dicembre 2008

Pisa, GdF sequestra 250mila prodotti scaduti


Nei giorni scorsi si è conclusa un'indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Pisa ed eseguita dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Pisa, nei settori della frode nell'esercizio del commercio e dei reati concernenti la salute pubblica, denominata "SAFE FOOD". L'indagine ha consentito di smantellare un'organizzazione criminale con ramificazioni sul territorio nazionale dedita al commercio di generi alimentari già scaduti di validità previa contraffazione delle date di scadenza indicate sugli stessi, di eseguire un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 responsabili, di applicare la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla P.G. nei confronti di altre 3 persone e di sottoporre a sequestro:
1. circa 250.000 confezioni di generi alimentari scaduti, per un peso complessivo di oltre 89 tonnellate;
2. sofisticati macchinari industriali utilizzati per l'alterazione delle date di scadenza;

3. un capannone adibito a laboratorio per l'esercizio della illecita attività e quale magazzino di stoccaggio della merce.
[...]L'analisi speditiva dei documenti acquisiti ha permesso, altresì, di scongiurare l'immissione in commercio di merce dello stesso lotto di quella rinvenuta all'interno del magazzino: infatti, il giorno dopo sono state rinvenute e sequestrate in un supermercato di Aversa (CE) 158 lattine di pomodori pelati, recanti la stessa marca e la medesima "nuova" falsa data di scadenza impressa sui prodotti già sequestrati nel magazzino di Crespina.
In seguito agli ulteriori accertamenti sulla documentazione acquisita alle indagini, sono stati scoperti altri due magazzini di stoccaggio della merce scaduta, ubicati nelle Province di Cremona e di Brescia, ove sono stati rispettivamente sottoposti a sequestro 3.948 prodotti alimentari scaduti (di cui 1.272 vasetti di caviale scaduto) e oltre 48mila confezioni scadute di alimenti di vario genere (legumi, verdure grigliate, pasta all'uovo, ciliegine, pomodori, ecc.) destinati alla successiva reimmissione nell'ordinario circuito di vendita.
05.12.2008 - help consumatori

26 novembre 2008

NAS SEQUESTRA IMPIANTI ITTICI IN SICILIA


I carabinieri del Nas di Palermo hanno proceduto alla sospensione del numero di riconoscimento Ce per 15 stabilimenti ittico-conservieri nella zona di Sciacca (Agrigento). Il provvedimento cautelare, che comporta il fermo dell'attivita' di trasformazione e distribuzione degli opifici, si lega a precedenti accertamenti condotti dallo stesso Nas, che aveva riscontrato irregolarita' autorizzative in materia di scarichi e di prevenzione all'inquinamento ambientale. Sempre i militari del Nas di Palermo, in analoga attivita' di vigilanza sanitaria presso un deposito all'ingrosso in Mazara del Vallo (Trapani), hanno sequestrato 3 impianti di refrigerazione, contenenti 10 quintali di prodotti ittici, detenuti in carente stato di conservazione e prive di indicazioni di provenienza e varieta' del pescato. Insieme al sequestro operato a Giarre (Catania) dal Nas di Catania di oltre 300 quintali di prodotti ittici e contestuale chiusura del deposito irregolare, tali specifiche attivita' condotte dai Nas siciliani nell'ultimo mese hanno contribuito a sottrarre dal mercato complessivamente oltre 27 tonnellate di pescato e prodotti ittici non regolamentari. Gli alimenti sequestrati, per un valore stimato di oltre 300.000 euro, sarebbero stati destinati al circuiti distributivi dell'isola e del restante territorio nazionale.
(AGI) - Palermo, 25 nov. -

07 novembre 2008

Il velo usa e getta per aziende alimentari


Oslo, 6 novembre 2008 -La Nortura, azienda leader in Norvegia, visto il numero di operaie musulmane, ha introdotto un velo usa e getta per conciliare i principi religiosi con le norme igieniche

Una societa’ di prodotti alimentari leader in Norvegia, la Nortura, visto il numero di lavoratrici musulmane, ha introdotto per le sue operaie un velo usa e getta per conciliare i principi religiosi con le norme igieniche. Lo ha reso noto oggi la direttrice della societa’, Nina Sundqvist.
’’Noi vogliamo che le musulmane che lavorano a Nortura possano conciliare la divisa professionale - che prevede un copricapo - con le loro pratiche religiose e le norme d’igiene’’, ha specificato la direttrice.
Questi veli usa e getta, fatti in Norvegia di carta, rimpiazzeranno i normali berretti. Piu’ del 20% dei 7.000 dipendenti di Nortura sono stranieri di circa 70 diversi paesi. Il Consiglio islamico di Norvegia, massima istanza dei musulmani nel paese, ha dichiarato che e’ molto positivo che la azienda si adatti al personale multiculturale.

07 - nov - 08 quotidiano.net

06 novembre 2008

Salerno,sequestrate 400 t di conserve scadute


Con l'operazione 'Tomater' la Guardia di Finanza di Scafati, in provincia di Salerno, ha sequestrato 800.000 barattoli di conserva di pomodoro (scaduti, arruginiti, mal conservati e con etichette contraffatte) in vari depositi dell'agro nocerino sarnese: circa 400 tonnellate di merci che, una volta vendute, avrebbero fruttato oltre 300 mila euro.
L'operazione è avvenuta a Scafati, San Marzano sul Sarno e Angri ed ha coinvolto tre depositi commerciali e numerosi imprenditori che operano nell'intermediazione di alimenti.
La rete effettuava acquisti di conserve di seconda scelta e, per contratto, avrebbe dovuto 'smaltire' quelle inidonee alla commercializzazione.
Gli inquirenti ritengono che sono circa 200.000 le famiglie che avrebbero potuto rischiare danni, non preventivabili, alla salute, stimando che mediamente si acquistino quattro confezioni di conserva di pomodoro ad ogni spesa.

Roma, 6 nov. (Apcom)

13 ottobre 2008

Parma, NAC sequestrano 12mila confezioni di tortellini


I carabinieri del nucleo antifrodi di Parma hanno sequestrato nei giorni scorsi in provincia di Lodi, 12.000 confezioni di tortellini prodotti da una ditta di paste alimentari della provincia di Treviso. L'impresa utilizzava in etichetta la denominazione di Grana Padano, senza avere l'autorizzazione del Consorzio di Tutela della DOP Grana Padano di Desenzano del Garda (Brescia), unico titolato al rilascio delle stesse autorizzazioni, come previsto dal disciplinare della DOP Grana Padano.
Il Nucleo antifrodi ha inoltre sequestrato in provincia di Treviso 400 chili di etichette irregolari destinate al confezionamento. I carabinieri hanno accertato che il formaggio utilizzato era Grana Padano DOP, ma l'azienda aveva rinunciato all'uso del marchio agli inizi del 2008.
Sarà ora l'ICQ, (Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità dei Prodotti Agroalimentari) a decidere quali provvedimenti amministrativo/sanzionatori adottare.
Sempre in tema di sicurezza alimentare è stato sottoscritto al Mipaaf il Contratto di Filiera Unaprol, che punta alla valorizzazione della filiera dell'olio extravergine di oliva italiano di qualità. Il Contratto di filiera prevede investimenti per innovare i prodotti e i processi produttivi della filiera olio di oliva, per promuovere i consumi e razionalizzare la stessa filiera, con lo sviluppo della logistica commerciale e qualificando packaging e rapporto con i canali distributivi.

24 settembre 2008

Intossicati 53mila bambini, l'Ue aumenta i controlli


CREDEVAMO che il pericolo fosse giallo. Invece è bianco. Bianco come il latte in polvere contaminato della Cina, diventato più bianco e corposo grazie alla melamina, una sostanza chimica usata per produrre colla, plastica e fertilizzanti. Quel latte 'alla colla' provoca danni renali e può essere fatale ad un neonato: quattro piccoli cinesi (cifra ufficiale) ci hanno già rimesso la vita, altri 13mila sono tuttora ricoverati per cure, 104 sono in condizioni gravi.

E solo ieri abbiamo scoperto che ben 53mila bambini hanno dovuto essere curati per aver ingerito quel latte criminale. Un’altra indiretta conferma che i guai erano cominciati prima dei Giochi Olimpici di Pechino, in omaggio ai quali ogni scandalo è stato messo a tacere. Ora invece ha raggiunto proporzioni mondiali. Tutti corrono ai ripari. Ieri i ministri europei dell’agricoltura e della sanità ne hanno parlato ad Annecy, nella Savoia francese. Oggi a Roma si tiene un vertice con i carabinieri dei Nas, convocato dalla sottosegretaria alla salute Francesca Martini. A Taiwan hanno bloccato l’import dalla Cina mentre in Giappone si ritirano dal mercato prodotti derivati dal latte per i quali sarebbe stato usato il latte in polvere cinese avariato. Quella polvere bianca potrebbe essere stata venduta da intermediari anche ad altre industrie alimentari.
[...]
Solo il giorno prima la Nestlé, da Ginevra, aveva assicurato: «Nessun nostro prodotto è fatto con latte contaminato». Il gigante alimentare aveva reagito così alle notizie di un giornale locale che aveva rivelato i risultati di alcuni controlli. Ieri, con il ritiro del prodotto, l’ammissione parziale di Nestlé: "C’erano dosi di melamina minime, 25 volte inferiori ai limiti prescritti dalla Ue". Ma perché? Ci può stare la melamina nel latte anche a dosi minime? Il pericolo bianco è solo cinese?

quotidiano.net - Roma, 23 settembre 2008

18 settembre 2008

IDV, BLOCCARE PRODOTTI CAMPANI INQUINATI


"Sia sospeso subito il commercio dei prodotti campani provenienti dalle zone inquinate dai rifiuti tossici". Lo chiede Domenico Scilipoti dell'Italia dei Valori che " pur ritenendola una misura drastica la trova necessaria in seguito alle notizie stampa sui rifiuti tossici campani e alle dichiarazioni del pentito Domenico Bidognetti pubblicate da un settimanale. Sospendere il commercio dei prodotti caseari e ortofrutticoli della Campania e' una soluzione drastica, che avra' non poche ripercussioni anche sul piano sociale, ma e' necessario agire in tal senso per la tutela della salute umana di tutti i cittadini. Altrimenti - denuncia Scilipoti - la popolazione si ritrovera' ad aver timore di mangiare qualunque cosa. A questo punto - conclude il Deputato di IDV - il Ministro della Salute prenda i provvedimenti che sono di sua responsabilita', anche perche' una mancanza di azione immediata del Governo, in un caso tanto grave che coinvolge la sicurezza della salute dei cittadini, denota ancora una volta come sia necessario ripristinare il Ministero della Salute con pieni poteri di indirizzo politico e azione, cosa questa che Sacconi, nonostante gli sforzi, non sembra in grado di garantire al Paese'.

(AGI - Roma, 17 set)

08 settembre 2008

GALBANI, ESTRANEI A SCANDALO ALIMENTARE


Prodotto avariato, mescolato con pezzi di plastica e scarti di lavorazione, pronto da servire sulle tavole degli italiani sotto forma di formaggio grattuggiato. Galbani, una delle grandi aziende che, secondo alcune indiscrezioni comparse sulla stampa, avrebbero messo in commercio il formaggio contraffatto ribadisce la "completa estraneita' alle notizie su truffe e scandali alimentari apparse sulla stampa nazionale". L'inchiesta partita il mese scorso dallo scandalo Tradel, l'azienda di Casalbuttano (Cremona) che 'riciclava' formaggio adulterato, ha portato oggi al coinvolgimento di un veterinario della Asl di Piacenza accusato di gravi complicita'. Luciano dall'Olio, indagato dalla procura piacentina per falso e abuso d'ufficio, era incaricato di vigilare sulla qualita' del prodotto di una delle tre aziende 'riciclone', la Delia con stabilimento a Monticelli d'Ongina e sede a Milano. Le tre imprese, Delia, Tradel e Megal, compravano scarti di lavorazione e formaggio scaduto dalle grandi aziende. Dopo averlo fuso e diviso in panetti lo rivendevano ad altri marchi, pronto per essere grattuggiato e venduto sugli scaffali dei supermercati come parmigiano o grana padano. Una triangolazione che permetteva alle aziende un volume di affari di 30milioni, grazie alle 12mila tonnellate di merce lavorata in due anni e lanciata sui mercati di mezza Europa. (AGI - Milano, 5 set.)

04 settembre 2008

COLDIRETTI, GIA' SERVITI A TAVOLA CIBI CLONATI


Latte, formaggi e carne provenienti dalla prole di animali clonati sono gia' entrati nella catena alimentare statunitense e potrebbero arrivare anche in Europa dove il Parlamento, in una dura risoluzione, invita a vietare su tutta la linea la clonazione per fini alimentari. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare la necessita' di introdurre norme sul commercio internazionale per impedire che questa realta' arrivi sulle tavole dei consumatori. Dopo il via libera della Food and Drug Administration (FDA) di gennaio, il divieto volontario per la vendita di carne e latte e' stato mantenuto negli Stati Uniti per gli animali clonati, ma non per la loro prole che allevatori hanno gia' inviato alla normale macellazione, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal che riferisce della diffusa opposizione dei cittadini che hanno inviato ben 150mila lettere di protesta alla FDA. In Europa dopo il parere ambiguo presentato a fine luglio dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) secondo la quale non ci sono indicazioni che sussistano differenze di sicurezza alimentare per latte e carne di animali clonati e della loro progenie, e' particolarmente importante - sottolinea la Coldiretti - "la decisa presa di posizione del Parlamento Europeo". Nel testo della risoluzione si chiede infatti - riferisce la Coldiretti - di proibire ''la clonazione di animali a scopi di approvvigionamento alimentare'', di vietare ''l'allevamento di animali clonati o della loro progenie'', di interdire ''l'immissione in commercio di carne o prodotti lattieri ottenuti da animali clonati'' e dai loro discendenti e, infine, di vietare anche ''l'importazione di carni, latte, derivati, seme ed embrioni di animali clonati'. Dopo oltre undici anni dalla scoperta della pecora Dolly, pubblicata sulla rivista Nature del febbraio 1997, la clonazione - riferisce la Coldiretti - riguarda oggi gia' molti animali da allevamento dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli, con sperimentazioni effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche con un muflone selvatico. Se la netta contrarieta' dei consumatori americani ha costretto le principali industrie alimentari statunitensi come la Dean Food a impegnarsi formalmente a non utilizzare il latte prodotto da mucche clonate, secondo un sondaggio on line sul sito http://www.coldiretti.it/ in Italia una netta maggioranza del 55 per cento ritiene necessario che l'Italia e l'Europa proibiscano sempre la possibilita' di vendita di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati e ben il 36 per cento dei rispondenti chiede che l'Italia e l'Europa consentano la vendita di questi alimenti con una etichettatura obbligatoria che permetta ai consumatori di distinguerli.

(AGI - Roma, 3 sett.)

02 settembre 2008

da settembre più pesticidi sulla frutta


Europa armonizza i limiti su standard del Paese più permissivo

Dal primo settembre 2008 i limiti all'uso di pesticidi su frutta e verdura saranno molto più laschi. E' l'allarme lanciato da Legambiente in vista dell'armonizzazione europea sul tema, che scatterà all'inizio del mese prossimo.
"Il criterio seguito dalla Commissione europea è pericolosissimo", spiega Francesco Ferrante, responsabile Agricoltura di Legambiente. "Si è individuato il paese europeo che aveva il limite più permissivo per ogni pesticida e si è esteso questo alto livello a tutti i paesi membri. I consumatori europei adesso avranno una ben minore protezione rispetto alla loro quotidiana esposizione alimentare alle migliaia di pesticidi presenti sul mercato".
[...]. La contaminazione permessa su mele, pere, uva, pomodori e peperoni in particolare è spesso così elevata da poter recare danni acuti e cronici alla salute, particolarmente nei bambini.
[...]. Tra i rischi possibili anche quello per la salute a lungo termine, dal momento che 94 dei nuovi limiti ammessi dall'Ue superano la dose giornaliera ammissibile e quindi aumenta la possibilità di subire danni cronici come il cancro o disturbi all'apparato riproduttore ed endocrino".
Per questo Pesticide Action Network Europe (Pan), l'organizzazione che raggruppa le associazioni europee a difesa della salute e dell'ambiente contro i pesticidi di cui Legambiente fa parte e la ONG olandese Natuur en Mileiu hanno presentato insieme un ricorso alla Corte di giustizia europea. [...]

Roma, 28 ago. (Apcom)

26 agosto 2008

Rischio alimentare per i bambini: troppo alluminio nel latte in polvere


L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha abbassato di ben sette volte la soglia di sicurezza per l’assunzione di alluminio: la quantità di metallo nella dieta settimanale degli europei non dovrebbe adesso superare 1 mg per chilo di peso.L’alluminio è naturalmente presente nell’ambiente e viene anche prodotto da alcune attività umane, come attività minerarie e industriali e nella produzione di alcuni composti; tuttavia, la principale via di esposizione all’alluminio per la popolazione è attraverso gli alimenti e l’acqua potabile, che costituisce un’altra fonte di esposizione, sebbene secondaria. Ulteriori esposizioni possono derivare dall’uso di composti dell’alluminio nei farmaci e nei prodotti di consumo.Secondo il parere scientifico del gruppo di esperti, emerge che la maggior parte degli alimenti non trasformati contiene di norma meno di 5 mg di alluminio per chilogrammo. Concentrazioni più elevate sono state invece riscontrate più frequentemente nel pane e prodotti dolciari, in alcuni tipi di verdura (spinaci, ravanelli, lattuga), prodotti caseari, salsicce, cibi ricchi di zuccheri e nella maggioranza dei farinacei e delle farine.Dalle ricerche svolte in Francia, Italia, Olanda, Inghilterra e Svezia, l’assunzione media settimanale di alluminio per un adulto varia da 0,2 e 1,5 mg/kg di peso; mentre nei bambini e nei giovani può raggiungere i 2,3 mg/kg (due volte la soglia fissata). Come afferma l’Autorità: “In genere nei bambini l’assunzione alimentare, se espressa sulla base del peso corporeo, risulta maggiore rispetto a quella degli adulti, pertanto i bambini costituiscono il gruppo con la massima esposizione potenziale all’alluminio per chilogrammo di peso corporeo”.Allarmante la parte la parte relativa al latte in polvere: “Il gruppo di esperti AFC ha osservato che, per alcune singole marche di prodotti per lattanti (a base di latte o di soia) la concentrazione di alluminio era circa 4 volte superiore alle concentrazioni medie calcolate (vedi sopra), con una conseguente esposizione potenziale quadruplicata per i lattanti che consumano costantemente una di queste marche”.A tal proposito, Catherine Leclercq, membro del gruppo di esperti che ha redatto il documento, afferma che “sarà necessario effettuare controlli su tutti i tipi di latte commercializzati”.

(Redazione Web Prontoconsumatore - Redattore AM)

18 agosto 2008

Professionisti dell'alimentazione con un master universitario


Valorizzazione delle eccellenze gastronomiche nazionali con una attenzione particolare all'educazione alimentare del bambino e dell'anziano, non solo conoscenza approfondita degli alimenti, del loro valore gastronomico e delle loro benefiche proprietà nutrizionali

Sono questi gli obiettivi del Master in "Scienze Gastronomiche e Patologie Alimentari" che sarà attivo presso il Polo universitario di Rieti, da novembre 2008. L'Università La Sapienza Facoltà di Medicina e il Consorzio Universitario Sabina Universitas hanno ritenuto di varare questo master, novità assoluta per il Polo reatino, con il patrocinio e il contributo di Confindustria Rieti, Camera di Commercio e del Gambero Rosso. Il corso ha lo scopo di formare professionisti in attività produttive in campo alimentare, finalizzate anche alla progettazione d'interventi di prevenzione riguardanti tutti gli aspetti del comportamento alimentare. I futuri operatori economici di scienze gastronomiche si formeranno attingendo dalle eccellenze del territorio reatino con stage presso aziende e punti di ristoro. In particolare, saranno prese in esame, le principali produzioni caratteristiche dell'alimentazione mediterranea: olio d'oliva, formaggio, salumi, pasta, pesce, vino. Il bando del master è stato pubblicato sui siti Internet www.scienzegastronomiche.it, il web della Sabina Universitas e quello della Sapienza.
(iltempo.ilsole24ore.it - 03/08/08)

12 agosto 2008

PRODOTTI LOW COST ALL'ATTACCO MADE IN ITALY



Il prezzo è allettante, ma secondo gli esperti la qualità nutritiva è nettamente inferiore. Sono i prodotti ortofrutticoli low cost provenienti dall'estero che, se attirano i consumatori per la convenienza, non hanno pari con i loro omologhi italiani per l'apporto di antiossidanti e vitamine. Dalle cipolle, all'aglio, a pesche, albicocche, uva, mele ed agrumi, la frutta e verdura proveniente da Argentina, Cile, Cina, Spagna, Portogallo e Tunisia rappresenta, secondo la Coldiretti, il 10% di quella in vendita. Ma se questi prodotti non deludono, soprattutto per il prezzo, per il nutrizionista Giorgio Calabrese, le cose cambiano per i nutrienti presenti. "Il microclima in cui vengono coltivati - spiega Calabrese - assicura loro una nettà superiorità per la presenza di antiossidanti e vitamine, in particolare per agrumi, aglio e cipolle". Le arance italiane, ad esempio - sottolinea il nutrizionista - "hanno il doppio di sostanze benefiche rispetto a quelle straniere, che si trovano in vendita anche in estate. L'aglio italiano, invece, contiene solfuro d'allile e antiossidanti di un certo livello che non hanno paragone con quello proveniente dalla Cina. E la cipolla di Tropea è quasi irripetibile anche per il contenuto di caroteni". Lo stesso discorso vale per pesche e albicocche da Spagna, Portogallo e Tunisia, e per l'uva cilena, argentina o brasiliana. Questi prodotti, proprio perché simili all'originale - rileva Coldiretti - "spesso vengono spacciati dai venditori per italiani". E così "limoni argentini o spagnoli si trovano in vendita come 'limoni della costiera amalfitana', mele argentine o cilene vengono vendute come trentine, fagioli e aglio asiatico come fagiolo di Lamon e aglio bianco del Polesine". Secondo l'organizzazione, a tutela dei prodotti italiani sono quindi necessari controlli sul rispetto delle norme sull'etichettatura, che obbligano a indicare l'origine degli alimenti con appositi cartelli. La Cia, invece, lamenta le speculazioni sui diversi costi di produzione, e chiede "di poter giocare alla pari almeno sulla sicurezza alimentare, attraverso controlli alla frontiera più severi". Dallo stesso Calabrese, invece, è giunto l'invito agli agricoltori italiani a "darsi l'obiettivo di vendere i prodotti tipici a minor prezzo per un certo periodo, considerato che siamo in un periodo di vacche magre". Il nutrizionista dà anche un suggerimento ai consumatori: "comprate i prodotti a chilometri zero, dai produttori vicino a dove abitate". La guerra al made in Italy, comunque, è anche più forte all'estero, dove Coldiretti stima "sia falso un piatto italiano su tre con il fatturato dei prodotti made in Italy taroccati che supera i 50 miliardi di euro".

Ansa.it - Roma - 12/08/08

11 agosto 2008

Intossicazione alimentare per tre anziani a Sanremo


Sanremo - I tre si sarebbero sentiti male dopo aver mangiato della pasta condita con i pomodori raccolti nel loro orto

Tre anziani (un uomo di 77 anni, la moglie di 82 e la sorella di quest’ultima) abitanti a Sanremo in strada Borgo Tinasso nel pomeriggio di ieri sono rimasti vittime di un’intossicazione alimentare. I tre si sarebbero sentiti male dopo aver mangiato della pasta condita con i pomodori raccolti nel loro orto: subito soccorsi, sono stati trasportati all'ospedale Borea. Polizia e Asl hanno avviato una serie di accertamenti.
(Riviera24.it – 11.08.08)

07 agosto 2008

Crolla consumo bevande nei mesi estivi: -6%


Primo semestre negativo; più colpiti i bar tradizionali: -7%

Preoccupante calo dei consumi di bevande estive fuori casa. Il primo semestre 2008 si è chiuso con un -6%, che è confermato anche per i mesi estivi. Il dato emerge dalla periodica indagine realizzata da Cda (Consorzio distributori alimentari), gruppo indipendente italiano di distributori, che rappresenta oltre l'11% del mercato italiano della distribuzione di liquidi alimentari. Responsabile del fenomeno è l'inflazione ma anche il caldo estivo che ha tardato ad arrivare.
Secondo l'indagine, che si basa sui dati di oltre 16mila pubblici esercizi, la situazione è peggiore al Nord, dove i consumi calano del 7,36% nel Nord Ovest e sfiorano un calo del 10% al Nord Est. Meno preoccupante il dato del Sud (-4,49%), mentre tiene il Centro, dove i consumi di bevande fanno registrare un +1,35%.
I canali più colpiti "sembrano essere i bar tradizionali", spiega il Cda, dove il calo sfiora il 7%. Ma soffre anche tutto il comparto della ristorazione che, in linea con la media nazionale, fa registrare un netto -6,19%. Migliore la situazione dei locali dedicati al tempo libero serale, dove, complice la stagione, il calo è del 3,38%.
E' netta la flessione per gli sciroppi, ingrediente primario dei cocktail, con quasi il -22% pressoché in tutti i comparti. In caduta libera i cosiddetti ready to drink, con una media di -18,24% (e un calo di oltre il 20% nel comparto dei bar e nella ristorazione e di quasi il 10% nei locali serali). In difficoltà anche aperitivi monodose (-10,28%), bibite piatte (-9,30%) e birre (-9,39%). Ma sia per le bibite piatte che per le birre, spiega il Consorzio, il calo dei consumi fa segnare percentuali meno preoccupanti nei locali del tempo libero serale (-2,19% e -3,78%), dove invece scendono di molto i succhi di frutta (-13,32%), gli aperitivi e i vermouth (-10,84%).
Perdono terreno i cosiddetti vini speciali, con un "allarmante -9,34% nella ristorazione e un -10,45% nei locali serali, a fronte anche di un tasso di inflazione che supera il 6%". Tiene bene l'acqua, che perde solo il 4%. Unica voce fuori dal coro gli energy drink, che crescono del 7,26%, e non sembrano conoscere la crisi dei consumi.
Il direttore di Cda, Lucio Roncoroni, parla di "dati allarmanti" che "confermano il trend di un calo generalizzato dei consumi in tutti i comparti. Nemmeno la stagionalità ci ha aiutato - conclude - mentre l'inflazione, che nel nostro settore sfiora il 2,80%, con picchi del 6% per i vini speciali, del 4,43% per le bibite piatte e di quasi il 3,50% per acqua, vini e aperitivi, non potrà che peggiorare ulteriormente la situazione".

Roma, 6 ago. (Apcom)

24 luglio 2008

FRANCIA, AUMENTO INSPIEGABILE DEI CASI DI LISTERIOSI


Aumentano inspiegabilmente i casi di listeriosi in Francia soprattutto fra gli over 60. Lo afferma l'ultimo bollettino epidemiologico pubblicato oggi dall'Istituto francese di sorveglianza sanitaria (Invs). Con 5 casi per milione di abitanti, fra le persone anziane e pazienti immunodepressi, la Francia deve fare fronte a una recrudescenza delle infezioni che ha già colpito altri paesi dell'Unione (Germania, Irlanda, Lituania, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Danimarca e Finlandia).
Ma i ricercatori non hanno ancora trovato la causa del fenomeno, poiché nessun nuovo ceppo è apparso né le persone colpite hanno aumentato il consumo di prodotti a rischio. Anzi, per i formaggi a base di latte crudo, si è addirittura constatato un calo del tasso di persone che ne hanno consumato almeno uno: questi è passato dal 54% nel periodo 2001-2005 al 48% nel 2006-2007. In discesa anche il consumo di salumi e di pesce affumicato, prodotti maggiormente a rischio batterico. Fra le ipotesi al vaglio degli esperti, un cambiamento delle abitudini alimentari con una presenza più importante di prodotti crudi tipo sushi, ma anche la minore presenza di sale per la conservazione, raccomandata dall'Agenzia per la sicurezza degli alimenti. Secondo il bollettino Insv, non è da escludere neanche l'allungamento delle date di scadenza che può portare a condizioni di conservazione dei cibi acquistati non ottimali. In questo caso, il tasso di presenza di listeria può variare con il tempo e diventare fonte di infezione per persone immunodepresse. Gli autori del rapporto infine suggeriscono un'azione coordinata dall'European centre for disease prevention and control (Ecdc) con gli altri paesi colpiti.

Parigi, 22 lug. (Apcom)

18 luglio 2008

In 16 all'ospedale per una tossinfezione alimentare


Sette ricoverati all'ospedale di Imola e nove alle 'Scotte' di Siena con vomito e diarrea, sintomi da tossinfezione alimentare. E' questo l'imprevisto bilancio di un banchetto di nozze avvenuto sabato sera a Imola, in un'abitazione privata, a cui avrebbero partecipato circa duecento persone, in gran parte extracomunitari di origine africana.
Sono in corso accertamenti per stabilire le cause esatte della tossinfezione alimentare. Le condizioni dei ricoverati non sono preoccupanti.
(ANSA - Bologna)

16 luglio 2008

SEQUESTRATO DA GDF UN MAGAZZINO ALIMENTARE


In provincia di Campobasso, 500 kg di prodotti scaduti

CAMPOBASSO, 14 LUG - Scoperti oltre 500 chilogrammi di generi alimentari scaduti presi d'assalto da topi, parassiti ed escrementi. La Guardia di Finanza di Larino (Campobasso) ha individuato la merce in un negozio di generi alimentari di Montorio nei Frentani (Campobasso), disponendo la chiusura dell'esercizio e denunciando il titolare. Nel corso del sopralluogo trovati anche molti prodotti esposti al pubblico, le cui confezioni erano rosicchiate da topi ed altri animali. (ANSA)

26 giugno 2008

Gardone, 40 turisti intossicati per sospetta infezione alimentare


I Nas hanno bloccato l'attività delle cucine dell'albergo.

Sono stati colti da febbre alta, vomito, dissenteria e in diversi casi è stato necessario il ricovero in ospedale. Le ambulanze sono andate e venute una dietro l'altra, dal Grand Hotel di Gardone Riviera: i primi viaggi verso gli ospedali sono iniziati già all'alba di lunedì. Complessivamente sono circa quaranta le persone che si sono sentite male e 27 sono quelle ricoverate. Nella maggior parte dei casi si tratta di stranieri e in particolare di turisti provenienti dalla Gran Bretagna. Le loro condizioni stanno leggermente migliorando. Sulla vicenda indagano la Asl e la magistratura. Sulla base dei primi accertamenti, la diagnosi appare "salmonellosi di tipo B". A confermarlo, premettendo che altri accertamenti saranno necessari, è la direzione generale dell'Ospedale di Desenzano, dove sono state ricoverate alcune delle persone colpite mentre altre sono state portate a Brescia e a Salò. A rivelare l'ipotesi salmonellosi è stata l'analisi delle feci. [.....] Fra le altre cose, bisogna cercare di capire, perché solo un gruppo di ospiti è stato colpito dall'nfezione e non anche gli altri, più di 200, che attualmente stanno trascorrendo nella struttura le loro vacanze.

(24 giugno 2008 - Brescia - ANSA)

19 giugno 2008

Gruppo Cremonini: Assegnato premio Montana a Ricerca alimentare

Roma, 18 giu (Velino) - È stato assegnato oggi a Milano il premio Montana alla Ricerca alimentare, istituito nel 2006 da Montana Alimentari con l’obiettivo di sostenere giovani ricercatori italiani, incoraggiare la ricerca scientifica sull'alimentazione e superare gli attuali confini delle conoscenze in questo campo. Il riconoscimento, pari a un valore di 100 mila euro, è andato al gruppo di ricerca rappresentato da Luca Fontanesi e Daniela Giovanna Calò, rispettivamente dei dipartimenti di Protezione e valorizzazione agroalimentare (Diproval) e di Scienze statistiche dell'università di Bologna, che hanno condotto una ricerca dal titolo “Identificatore di biomarcatori per la valutazione della qualità della carne: un approccio innovativo”.
(com/fet) 18 giu 2008

10 giugno 2008

La Sammontana si è comprata i gelati Sanson


Cambia proprietà la Sanson di Colognola ai Colli. L'azienda veronese, ceduta diversi anni fa dall'omonima famiglia alla Gran Milano del gruppo Barilla, passa di mano e viene acquisita dalla Sammontana Gelati di Empoli. L'ufficialità è arrivata dopo una trattativa serrata e condotta in gran segreto. La Sammontana non diventa proprietaria solo del marchio Sanson e dello stabilimento veronese, ma acquisisce tutta la Gran Milano, che possedeva ben quattro stabilimenti di produzione. Consistente lo sforzo economico del gruppo toscano. La Sammontana ha infatti acquisito la Gran Milano per 190 milioni di euro. Giovedì nel primo pomeriggio alla Sanson è prevista un'assemblea dei lavoratori e il sindacato metterà al corrente i 155 addetti dello stabilimento di Colognola ai Colli del cambio di proprietà. Cgil, Cisl e Uil hanno già chiesto un incontro sia con la Gran Milano, sia soprattutto con la Sammontana per verificare il piano industriale e capire meglio i termini dell'accordo. Chiaramente tra i lavoratori della Sanson vige per ora grande incertezza. Restano da comprendere le intenzioni di Sammontana. Vista l'ingente somma per assicurarsi i marchi Sanson e Gran Milano ora l'azienda di Empoli vorrà monetizzare cedendo magari uno o più degli stabilimenti produttivi appena acquisiti? E che futuro avrà, secondo Sammontana, lo stabilimento di Colognola a Colli? Regna l'incertezza e soprattutto la preoccupazione. I sindacati, infatti, non nascondono un qualche imbarazzo. «Nessuno ci ha informato», ammettono Cgil, Cisl e Uil, «di fatto l'accordo è stato firmato venerdì in tarda serata e solo il giorno precedente abbiamo registrato la voce di una ipotetica cessione. Nessuna delle nostre rsu sapeva nulla e solo questa mattina (ieri mattina, n.d.r.) la proprietà li ha informati della cessione. Giovedì ci sarà l'assemblea, parleremo con i lavoratori, chiaramente siamo preoccupati per l'occupazione. La Sanson ha circa e 155 addetti, speriamo di avere nei prossimi giorni rassicurazioni da parte di Sammontana che la produzione a Colognola ai Colli rimarrà invariata. Per ora possiamo fare solo delle ipotesi e attendere comunicazioni ufficiali da parte di Sammontana».
Giornale di Vicenza - 10/06/08

09 giugno 2008

SAN DANIELE, SBARCATI IN CINA PRIMI 200 PROSCIUTTI


C'e' grande soddisfazione da parte del Consorzio di San Daniele - dichiara Mario Cichetti, direttore del Consorzio - che vede ora abbattuta l'ultima barriera per dare il via definitivo all'esportazione del proprio prodotto oltre la Grande Muraglia, trovando i produttori di San Daniele in pole position per le prime spedizioni di prodotto gia' nelle prossime settimane'. 'La notizia riempie di orgoglio l'intera nostra compagine societaria - afferma Emanuele Plata Ad di Trading Agro CRAI e Presidente di CRAI Beijing Commercial Limited - quale segno positivo della nostra visione di poter entrare, grazie anche al sostegno di Simest, nel mercato piu' grande del mondo e auspicio per il successo del nostro operato, che vedra', dopo il San Daniele, entrare in Cina 1.000 prodotti della nostra migliore tradizione alimentare'. La Dop San Daniele nel 2007 ha fatto segnare una crescita della produzione pari all'anno precedente, con un incremento delle vendite nel 2007 con una sostanziale tenuta sul mercato europeo. Buone anche le prime proiezioni export nel 2008 per i paesi extra Ue soprattutto negli Stati Uniti con un incremento del 29 percento sul 2007 ed in Giappone con una crescita del 10 percento rispetto allo stesso periodo mese anno precedenti.

(AGI) - San Daniele del Friuli (Udine), 5 giu. -

30 maggio 2008

RICERCA, BOOM EXPORT MA ALLARME CONTRAFFAZIONE


Il 2007 e' stato un anno difficile per il settore alimentare ma l'industria italiana si e' confermata il secondo settore manifatturiero nazionale, con 113 miliardi di euro di fatturato, 6.500 aziende sopra i 9 addetti, 400.000 occupati e ben 18 miliardi di euro di export. E' questo il quadro che emerge da una ricerca Esperya, la bottega enogastronomica online, che ha confrontato i dati ufficiali (ISTAT e ICE) con quelli del proprio data base in merito alle contraffazioni alimentari. A tenere alti i numeri del settore alimentare, oltre all'export, le vendite online: l'agroalimentare su web in Italia si attesta nel 2007 a 190.716.000 euro con una crescita rispetto all'anno precedente del 15%. La crescita e' da imputarsi quasi totalmente all'aumento del valore dello scontrino medio, passato da 117 a 135 euro (fonte: Nielsen). Il dato preoccupante riguarda pero' la contraffazione alimentare, che si puo' divedere in due grandi categorie: la falsificazione illegale delle indicazioni geografiche tutelate, ovvero il falso DOC; ed i riferimenti ingannevoli ad aree geografiche italiane, con l'utilizzo del termine "Italia" o di citta' e simboli ad essa riconducibili, come il Pompeian Olive Oil, prodotto in California. Le ultime stime della Federalimentare quantificano in 52 miliardi di euro il valore della contraffazione alimentare italiana in tutto il mondo. Nella Top 5 dei prodotti alimentari piu' imitati, il formaggio e' al primo posto. Tra tutti spicca il Parmigiano Reggiano, (Reggianito, anche rallado in Argentina, Parmesan Cheese prodotto nell'Oregon, Parmesan Cheese Stella prodotta nell'Illinois, Parmesan e Parmesan Fresh Grana Cheese in Australia; Parmeson prodotto in Cina, Pamesello prodotto in Belgio). Al secondo posto nei prodotti più contraffatti la pasta (le Linguine Ronzoni prodotte in Pennsylvania, le Penne Rigate Golden Grain, prodotte nel Missouri "pomodoro style", gli Spaghetti Napoletana, la Pasta Milaneza, le Tagliatelle e Capellini Milaneza, prodotti in Portogallo, gli Spaghetti Mit tomatensauce prodotti in Germania, le Penne e i Fusilli Tricolore di Peppino prodotti in Austria). Al terzo posto il vino: Chianti, Sangiovese, Refosco e Barbera, rigorosamente Made in California, dal Chianti Forest Ville, vino con indicata la scritta Sangiovese-Chianti, al Tuscan Moon, vino con indicata la scritta Sangiovese. Seguono i salumi: il Prosciutto Busseto, il Salame Toscano, l'Italian Dry Salame, la Sopressata Calabrese e la Mortadella prodotti in California, la Turkey Bologna, prodotto turco di imitazione della mortadella. Al quinto posto, i condimenti e le salse: i Di Napoli, ovvero peeled tomatoes Italian Style, prodotti in California, i pomodori pelati San Marzano, "grown domestically in the Usa", il Classic Traditional Basil Pesto prodotto in Pennsylvania.

(AGI) - Genova, 27 mag

23 maggio 2008

CFS, TRAFFICO MARMELLATA CONTRAFFATTA VERSO USA


Ditta pescarese vendeva, produzione a Campobasso e Verona

ROMA, 20 MAG - Scoperto traffico di almeno 400 mila vasetti di marmellata contraffatta inviati negli Stati Uniti in 20 container. Il Cfs di Vicenza e Pescara ha accertato che il traffico avveniva attraverso l'utilizzo di falsi marchi sia della societa' che delle certificazioni biologica e kosher, con un danno per la 'Rigoni di Asiago' da un mln di euro. Le confetture venivano vendute da una ditta pescarese, la produzione era commissionata a 2 aziende di Campobasso e Verona. (ANSA)

22 maggio 2008

BARI,GDF SEQUESTRA 11MILA BOTTIGLIE ACQUA


(AGI) - Bari, 20 mag. - I militari della Guardia di Finanza di Bari hanno posto sotto sequestro 11mila bottiglie di acqua minerale, scoperte in un'area all'aperto di un grande supermercato di Palese (Ba). Le "fiamme gialle" hanno accertato che il titolare, anziche' predisporre un idoneo locale per stivare l'acqua minerale destinata alla vendita, la lasciava depositata direttamente esposta al sole, senza quindi osservare - cosi' come previsto dalla normativa - le precauzioni igienico sanitarie dirette ad evitare che il prodotto stesso possa subire una alterazione che ne comprometta la genuinita' o commestibilita'. Il commerciante e' stato denunciato per violazione della disciplina sulla conservazione di bottiglie di acqua minerale in contenitore PET.(AGI)

21 maggio 2008

LE MULTINAZIONALI GUADAGNANO MILIARDI GRAZIE ALLA CRESCENTE CRISI ALIMENTARE


Gli speculatori sono accusati di far alzare i prezzi dei cibi fondamentali mentre 100 milioni di persone affrontano una grave carenza di ciboThe Independent on Sunday può rivelare che i giganti del business agricolo stanno ricavando guadagni e profitti sempre crescenti dalla crisi alimentare mondiale che sta portando milioni di persone verso la morte per fame.

... I prezzi di grano, mais e riso si sono impennati durante l'ultimo anno portando i poveri -- che già spendono circa l'80% del loro reddito per il cibo -- alla fame e all'inedia. La Banca mondiale afferma che altri 100 milioni di persone stanno affrontando una grave crisi alimentare. Eppure alcune delle più ricche aziende alimentari mondiali stanno realizzando profitti da record. Lo scorso mese la Monsanto ha riferito che il suo guadagno netto per gli ultimi tre mesi sino alla fine di febbraio di quest'anno è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2007, da $ 543 milioni a $ 1,12 miliardi. I suoi incassi sono aumentati da $ 1,44 miliardi a $ 2,22 miliardi. I guadagni netti della Cargill sono cresciuti dell'86% da $ 553 milioni a $ 1,03 miliardi per gli stessi tre mesi. E la Archer Daniels Midland, uno dei più grandi lavoratori agricoli di soglia, mais e grano, ha incrementato i suoi guadagni netti del 42% nei primi tre mesi di quest'anno da $ 363 milioni a $ 517 milioni. I profitti di esercizio per la commercializzazione e le operazioni di gestione delle granaglie si sono moltiplicati 16 volte da $ 21 milioni a $ 341 milioni. In modo simile, la Mosaic Company, una delle più grandi aziende di fertilizzanti al mondo, ha visto crescere di più di 12 volte i suoi introiti per i tre mesi precedenti al 29 febbraio: da $ 42,2 milioni a $ 520,8 milioni a seguito di una carenza di fertilizzanti. I prezzi di alcuni tipi di fertilizzanti si sono più che triplicati durante l'ultimo anno dato che la domanda ha sorpassato l'offerta. Come risultato, i piani per incrementare i raccolti nei paesi in via di sviluppo sono stati duramente colpiti. La Food and Agriculture Organisation (FAO) riferisce che 37 paesi in via di sviluppo hanno urgente bisogno di cibo. Sommosse per il cibo stanno scoppiando in tutto il globo, dal Bangladesh al Burkina Faso, dalla Cina al Camerun e dall’Uzbekistan agli Emirati Arabi Uniti. Benedict Southworth, direttore dello World Development Movement, la scorsa settimana ha definito “immorale” l'escalation di introiti e profitti. Egli ha detto che i compensi degli aumenti del prezzo del cibo vengono trattenuti dalle grandi aziende e non raggiungono gli agricoltori del mondo in via di sviluppo.
.... La Cargill afferma che i suoi risultati “riflettono l'effetto cumulativo di aver investito più di $ 18 miliardi in capitale fisso e lavoro negli scorsi sette anni per espandere i nostri stabilimenti, le capacità di servizio e la conoscenza in tutto il mondo”. Le rivelazioni sono destinate ad aumentare la rabbia contro le aziende multinazionali dopo la rivelazione della scorsa settimana che la Shell e la BP insieme hanno registrato profitti per 14 miliardi di sterline nei primi tre mesi dell'anno--l'equivalente di 3 milioni di sterline l’ora--grazie alla crescita dei prezzi del petrolio. La Shell ha immediatamente attratto condanne ancora maggiori annunciando il suo ritiro dei piani di costruzione della più grande centrale eolica al mondo al largo della costa del Kent. ...
( Titolo originale: "Multinationals make billions in profit out of growing global food crisis"Fonte: http://www.independent.co.uk)

13 maggio 2008

3 PROSCIUTTI SU 4 SONO ORMAI STRANIERI


(AGI) - / mag - Tre prosciutti (cotti e crudi) su quattro sono ormai stranieri. Cioe', un prodotto con cosce di suino importate dall'estero. E con nomi di fantasia si cerca anche di confondere il consumatore spacciandoli per "made in Italy": "prosciutto del contadino", "prosciutto nostrano", "prosciutto di montagna", "dolce di Langhirano". A segnalarlo e' la Cia-Confederazione italiana agricoltori fortemente preoccupata per questa "invasione" (nel 2007 ne sono arrivati oltre frontiera piu' di 60 milioni) che rischia di avere pesanti conseguenze per i nostri allevatori di suini, gia' alle prese con una serie di gravi difficolta'. D'altra parte, proprio i suinicoltori italiani -avverte la Cia- dopo anni di calo del prezzo dei suini e aumenti vertiginosi dei costi di produzione hanno deciso: " lo sciopero del prosciutto". Il primo effetto e' che gia' quattro milioni di suini non saranno certificati dagli allevatori. Il rischio reale e' la scomparsa dalle tavole degli italiani di ben 16 Dop (Denominazione d'origine protetta) di prosciutti e salami. D'altronde, basta un dato per far capire la situazione in cui versano piu' di centomila allevatori italiani. Fatto cento il valore finale dell'intero suino, il costo pagato all'allevatore -segnala la Cia- corrisponde a poco meno del 15 per cento di quello che spende il consumatore. Il restante 85 per cento e' da dividere tra macello, industria e dettaglio. Un prezzo, quindi, che si gonfia lungo tutta la filiera.(AGI)

12 maggio 2008

Red Bull e caffeina, Codici chiede controlli all'EFSA

La bevanda Red Bull è stata bandita dal commercio sia in Francia che in Danimarca per via di timori legati all'alto contenuto di caffeina, glucuronolattone e taurina. Secondo quanto emerge da alcuni studi sulla bevanda che "Ti Mette Le Ali", il mix alcol/ bevanda energetica può essere pericoloso. Lo ricorda Codici che chiede controlli all'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sul prodotto. "L'ipotesi è che l'alto tasso di c caffeina contenute - commenta la responsabile del settore Agroalimentare dell'associazione, Valentina Coppola - danno all'individuo, sotto effetto di alcol, una falsa sensazione di sobrietà che può condurlo a compiere azioni impegnative, senza rendersi conto che le proprie capacità di reazione e valutazione sono alterate, come guidare l'automobile".
"Riteniamo che sia indispensabile - commenta il segretario Nazionale del CODICI, Ivano Giacomelli- non solo apportare i dovuti controlli, ma che i produttori, qualora i rischi fossero accertati scientificamente, segnalassero attraverso le etichette gli effetti derivati dalla miscela delle bibite all'alcol e altri possibili pericoli derivati dal suo consumo. Ricordando che Red Bull e vodka è un usanza comune dei giovani contemporanei che frequentano le discoteche".
Pertanto, il Codici chiede all' EFSA di avviare nuovi controlli sulla quantità e qualità di determinate sostanze all'interno della bevanda in relazione al ritiro del prodotto da parte di Paesi dell'Unione Europea come Francia e Danimarca a causa di timori fondati e non risolti Chiediamo, inoltre, ai produttori delle bevande, in seguito delle opportune verifiche, l'obbligo di porre le etichette sulla modalità d'uso al fine di consentire ai consumatori di essere adeguatamente informati e tutelati sugli alimenti che scelgono.
(help consumatori - 12.05.08)

07 maggio 2008

GIOVANNI RANA “SCOPRE” LA NUOVA FIAT 500 GIOVANNI RANA


Parma, 5 maggio 2008 – E’ stato Giovanni Rana, fondatore e Presidente del Pastificio Rana, a “scoprire” e presentare ai visitatori del Cibus un atteso testimonial d’eccezione. Da sotto il telo che l’ha tenuta nascosta per tutta la mattinata di apertura della manifestazione, è comparsa in prima assoluta la neonata “Fiat 500 Giovanni Rana”, l’auto dell’anno 2008 reinterpretata secondo lo stile unico e inconfondibile di Giovanni Rana.
Due personalità diverse ma per molti aspetti affini: entrambi ambasciatori della qualità e del made in Italy nel mondo, rappresentano la tradizione che si rinnova nel tempo. Lo stile italiano che li caratterizza li ha resi e li rende, ancora oggi, inimitabili.
Esemplare unico, la “Fiat 500 Giovanni Rana” si ispira fortemente agli ingredienti di base della pasta fresca: l’esterno dell’auto è “infarinato” e sul tetto domina l’immagine dei tuorli d’uovo, pronti per essere impastati. Gli interni riprendono i prodotti Rana nelle loro caratteristiche principali: i rivestimenti sono ruvidi per ricordare la consistenza di “Sfogliagrezza”; i poggiatesta sono a forma di tortellino e di raviolo, mentre le cinture di sicurezza sono a quadretti bianchi e rossi, come le più classiche tovaglie della tradizione. Il pedale dell’acceleratore a forma di raviolo mentre il pomello del cambio riproduce uno gnocco… di patate naturalmente! Immancabile la valigia degli attrezzi per fare la pasta e la valigetta in vimini per i pic-nic sul sedile posteriore dell’auto.
La “Fiat 500 Giovanni Rana” sarà al Cibus di Parma dal 5 all’8 maggio (Stand S004 - Padiglione 3) all’interno di un’area espositiva che riproduce fedelmente il format del ristorante “Da Giovanni”, la nuova formula di ristorazione lanciata dal Pastificio Rana nel corso del 2007. Con il suo nuovo look la “Fiat 500 Giovanni Rana” partirà da Parma per promuovere il marchio Giovanni Rana in Italia ed all’estero.
(Ufficio stampa Pastificio Rana - cibus 2008)

28 aprile 2008

OLIO SEMI UCRAINO, CONTAMINATE 40.000 TONNELLATE


Importato da febbraio a marzo, probabile frode e non incidente.

Sono 40.000 le tonnellate di olio di semi di girasole contaminato con oli minerali che sono state importate dall'Ucraina nell'Ue, dal 6 febbraio al 18 marzo, con sette diversi carichi giunti via mare e destinati a Francia, Spagna, Olanda e Italia. Lo hanno affermato, oggi a Bruxelles, diverse fonti della Commissione Ue e del Fediol, la confederazione europea delle industrie degli oli vegetali, che hanno anche espresso forti dubbi sulla possibilità che la contaminazione possa essere accidentale, considerando probabile, invece, che si tratti di una vera e propria frode.
La contaminazione sarebbe volontaria per due ragioni: innanzi tutto la presenza di oli minerali è troppo alta e troppo uniformemente diffusa per essere il risultato di una contaminazione accidentale dovuta, per esempio (secondo una delle ipotesi fatte nei giorni scorsi), all'uso di navi che in precedenza avevano trasportato idrocarburi; in secondo luogo, secondo quanto ha riferito oggi a Bruxelles una fonte del Fediol, le stesse autorità ucraine avrebbero individuato la contaminazione nelle partite di olio di semi di girasole sul territorio nazionale, e dunque prima dell'esportazione e del trasporto marittimo dell'olio.
Le partite contaminate già individuate sono state o saranno presto ritirate dal mercato, mentre secondo una fonte Ue sarebbero in corso ulteriori accertamenti su alcuni altri carichi giunti dall'Ucraina tra febbraio e marzo: finora, non sarebbe stato trovato alcun caso di contaminazione nelle importazioni precedenti il 6 febbraio, mentre le stesse autorità di Kiew avrebbero sospeso le esportazioni dopo il 18 marzo, a causa di una penuria alimentare nel Paese. A partire dal mese di aprile poi, tradizionalmente, l'olio di semi di girasole importato in Europa proviene dall'Argentina e non più dall'Ucraiana.
L'olio di semi contaminato, che non era ancora stato raffinato, potrà essere destinato a usi industriali dopo essere stato ritirato dal mercato, garantendo che non entri nella catena alimentare, hanno affemrato le fonti del Fediol.
Resta da chiarire come mai il sistema di allerta rapido sia stato attivato solo mercoledì scorso, dalla Francia, a più di due mesi dall'arrivo dei primi carichi contaminati in Europa, e perché l'Ucraina non abbia ancora inviato le informazioni richieste all'Ue.

Bruxelles, 28 apr. (Apcom)

Un sms per sapere cosa bevi


Servizio attivato dal Consorzio Chianti classico sui vini Gallo Nero docg

Un sms dal cellulare e sai cosa bevi. Se il vino della tua bottiglia è un Gallo Nero docg, se i dati riportati nell´etichetta - cantina, annata e grado alcolico - sono certificati. Basta digitare il numero 366-3333603, inviare i dati della fascetta rosa di ogni bottiglia (ad esempio aag 598222, e di seguito il formato, se bordolese 750) e attendere l´sms di conferma a quanto scritto nell´etichetta. E addio alle sofisticazioni per le bottiglie del Consorzio Chianti Classico, con un semplice messaggio in tempo reale al costo di 0,15 euro. Il collegamento in rete con la banca dati dei "Classici" imbottigliati dal 2004, offre la certificazione di 40 milioni di bottiglie prodotte ogni anno da 345 aziende (su 597) che imbottigliano il celebre marchio. Il servizio, possibile anche sul portale del Consorzio, è stato presentato ieri alla Stazione Leopolda, a «Chianti Classico Collection" dedicata all´anteprima 2007, alle annate 2006 e 2005. «500 vini in degustazione che raccontano di 7 mila ettari di vigneti e una produzione annua di 300 mila ettolitri di vino - ha sottolineato il presidente Marco Pallanti - e il 30% della produzione verso gli Usa». La manifestazione prosegue oggi con un migliaio di operatori vitivinicoli nazionali e internazionali.

(Mara Amorevoli)

23 aprile 2008

OLIO CONTRAFFATTO, 39 ARRESTI DEI CC-NAS


Gli arrestati, a vario titolo, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla frode in commercio, alla contraffazione e alla commercializzazione di sostanze alimentari preparate in modo pericoloso per la salute pubblica. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, vi erano quattro gruppi, tutti di Cerignola, dediti alla preparazione e alla commercializzazione dell'olio contraffatto. Olio che sarebbe giunto sulle tavole degli italiani e dei mercati esteri, in particolare Germania, Svizzera e America se non fosse stato sequestrato dai militari nel corso delle indagini durate dal 2006 al 2007. L'olio di semi arrivava dagli Stati Uniti d'America: poi i gruppi provvedevano a trasformarlo in olio di oliva aggiungendo qualche goccia di clorofilla per il colore e qualche grammo di betacarotene per confondere il gusto. Nei gruppi criminali c'erano personaggi che fabbricavano le false etichette, applicate poi sulle bottiglie in vetro o sulle lattine acquistate da una ditta di Modugno che e' stata posta sotto sequestro. Sequestrate anche due ditte di trasporti di Cerignola che provvedevano a trasportate l'olio in ogni parte d'Italia. Secondo quanto accertato, la sofisticazione avveniva in locali e casolari fatiscenti nelle campagne di Cerignola o in alcuni opifici che sono stati sequestrati. In particolare i sigilli sono stati posti all'oleificio Sinerchia di Cerignola e Vaira di Foggia. Al gruppo un litro di olio contraffatto costava meno di 80 centesimi e che veniva venduto invece per 4-5 euro al litro: un'attivita' che in sedici mesi avrebbe fruttato circa otto milioni di euro.(AGI - Foggia, 21 apr.)

18 aprile 2008

ALIMENTARE/ ADOC: SPRECATI 561 EURO L'ANNO, IL 10% SPESA TOTALE


Nel cassonetto prodotti freschi(39%), pane (19%), ortofrutta(17%)
Ogni anno vengono letteralmente buttati nel cassonetto, in media, 561 euro, pari al 10% della spesa totale effettuata. Un'indagine dell'Adoc sui consumi alimentari delle famiglie mette in luce gli sprechi alimentari realizzati dagli italiani. A finire nella spazzatura sono soprattutto prodotti freschi come latte, uova, carne, preparati, mozzarella, stracchino, yogurt (39%), pane (19%), frutta e verdura (17%), affettati (10%), prodotti in busta come le insalate (6%), pasta (4%), scatolame (3%), surgelati (2%).
"E' un dato preoccupante - commenta Carlo Pileri, presidente dell'Adoc - in calo rispetto agli anni precedenti, quando comunque si spendeva meno per la spesa. A seguito delle speculazioni avvenute con l'entrata in vigore dell'euro abbiamo assistito a un notevole aumento della spesa familiare destinata ai prodotti alimentari e contestualmente a un calo degli sprechi, che comunque rimangono alti. Destinare il 10% della nostra spesa annua alla pattumiera è un lusso che non possiamo più permetterci".
Le cattive abitudini permangono anche a causa dei metodi di vendita utilizzati dai vari esercizi commerciali per rendere più abbordabile o allettante un prodotto. "I consumatori devono imparare ad essere più furbi e consapevoli - continua Pileri - oggi si spreca sia per comprare un prodotto richiesto dal figlio o dal nipote, magari attratto dal regalo allegato, che poi non mangia l'alimento, sia perché attirati dalle offerte promozionali, quali ad esempio il 3x2, che con l'illusione di risparmiare ci spingono all'acquisto di un quantitativo di prodotto superiore al necessario".
Ad incidere sugli sprechi di una famiglia sono anche le feste. Grandi appuntamenti come Natale (52 euro annui), Capodanno (21 euro), Pasqua (42 euro) e compleanni (14 euro). "Se ognuno pensasse - conclude l'associazione - che con i soldi sprecatiper questi appuntamenti, una famiglia potrebbe fare la spesa per circa 2 settimane, forse farebbe acquisti più ponderati". Tra i motivi per cui si spreca il cibo, secondo l'indagine Adoc, l'eccesso di acquisto generico (39%), prodotti scaduti o andati a male (24%), eccesso di acquisti per offerte speciali (21%), novità non gradite (9%), prodotti non necessari (7%).
Roma, 27 feb. (Apcom)

27 marzo 2008

TRAPANI, MAXI SEQUESTRO CARNE E FORMAGGI


La Guardia di finanza ha sequestrato 5 quintali di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione e invasi da parassiti. I prodotti sono stati rinvenuti presso una societa' di Salemi (Trapani) che opera nel settore della ristorazione collettiva. I prodotti sequestrati sono carne cruda avariata, legumi, latticini e salumi in parte aggrediti da parassiti, che venivano tenuti in promiscuita' con altri prodotti alimentari. Il controllo e' stato svolto dai finanzieri della Tenenza di Castelvetrano (Trapani) in collaborazione con i tecnici dell'Ausl 9 di Trapani. Il titolare della ditta e' stato denunciato per violazione della legge sulla sicurezza alimentare.

(21/03/08 AGI)

17 marzo 2008

PROSCIUTTO DI PARMA: SEQUESTRATI 1000 FALSI


Il Consorzio del Prosciutto di Parma ha reso noti i risultati della maxi operazione di vigilanza che ha portato al sequestro di circa 1000 falsi prosciutti di Parma. Un'operazione complessa, la piu' rilevante nella storia dell'Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio. L'operazione - che si e' protratta per oltre due mesi - nasce da un'indagine del Consorzio avviata a Bari lo scorso ottobre dove sono stati sequestrati i primi prosciutti contraffatti. L'oggetto della contraffazione e' il noto marchio a fuoco, la 'corona ducale', che contraddistingue il prosciutto di Parma originale, ma che questa volta e' stata apposta con un timbro falso su prosciutti non genuini. Dopo una lunga attivita' di ispezioni ed interrogatori, sono emersi i nomi dei responsabili della falsificazione, rappresentanti di due aziende, l'una di Rovigo e l'altra di Vicenza, operanti nel settore della lavorazione e del commercio di salumi. In stretta collaborazione con i Carabinieri Nas di Padova e dalla Procura della Repubblica di Vicenza, gli ispettori del Consorzio hanno seguito le tracce dei prosciutti falsi in Puglia, Campania, Emilia-Romagna e Sicilia. Circa 1000 falsi prosciutti di Parma sono stati sequestrati, ed al termine delle indagini, i soggetti coinvolti hanno confessato i reati commessi e consegnato i timbri falsi utilizzati per la contraffazione. Sono chiaramente scattate le denunce a piede libero per i rappresentanti delle due aziende che hanno commercializzato il prodotto e per gli artigiani ferraresi che hanno fornito loro il timbro falso per marchiare i prosciutti. Rischiano tutti una condanna penale per frode in commercio, una sanzione amministrativa pecuniaria per la contraffazione del marchio oltre a dover risarcire gli ingenti danni provocati all'immagine del Consorzio e della DOP Prosciutto di Parma.(...) . I reati sono sempre gli stessi, frode in commercio e contraffazione del marchio 'Corona', anche se in questo caso la dimensione della frode era di minor rilevanza. L'imputato e' stato in questo caso condannato a sei mesi di reclusione ed al pagamento di una somma pari a 3.800 euro, ma questa e' solo la prima fase, ora sara' la volta dei procedimento amministrativo e di quello civile. 'Si tratta di una delle operazioni piu' rilevanti nella storia dell'Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio del Prosciutto di Parma - ha commentato Stefano Fanti, direttore del Consorzio - un'operazione complessa, che si e' protratta per due mesi e che si e' conclusa con successo grazie ai controlli puntuali dei nostri ispettori e alla collaborazione dei Carabinieri Nas di Padova e dalla Procura della Repubblica di Vicenza'.

(AGI - Parma, 27 feb.)

04 marzo 2008

sono arrivate le nuove lasagne alla Bolognese di Giovanni Rana




Buone, perché preparate proprio come vuole la tradizione…
gli ingredienti sono attentamente selezionati, il processo produttivo è
unico nella lavorazione della miglior pasta fresca all’uovo, di un ragù
fatto solo con carni di prima qualità, ed una deliziosa besciamella.
Tutto è cotto separatamente ed assemblato all’ultimo, proprio come
avresti fatto a casa tua.
Solo Giovanni Rana può regalarti il piacere della miglior lasagna fresca,
già pronta da infornare!!!
Le lasagne alla bolognese di Giovanni Rana sono disponibili in formato
da 350g e 900g.
E non è tutto, altre buonissime novità ci aspettano a breve!

28 febbraio 2008

Topi nelle patatine, chiusa e poi riaperta la Pai


NOVARA, E’ LA SECONDA VOLTA IN SETTE MESI

I Nas: tracce di animale in un sacchetto

Per la seconda volta nel giro di sette mesi, il sindaco di Novara Massimo Giordano, con un’ordinanza emessa ieri pomeriggio, ha messo i sigilli allo stabilimento Pai, il tempio storico di produzione delle patatine. La decisione a seguito del rapporto dei Nas di Torino che hanno evidenziato gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali. Chiusura a tempo indeterminato, in attesa dei provvedimenti e degli interventi per la messa a norma. Ma non si prevedono tempi brevi questa volta. Rispetto alla precedente chiusura avvenuta nell’estate scorsa, la situazione appare decisamente più critica. Eppure in seguito all’ordinanza del sei agosto scorso, l’azienda aveva annunciato un investimento finanziario di oltre 18 milioni di euro per adeguarsi alle richieste avanzate dall’Asl. Il blitz dei Nas sarebbe scattato in seguito a una segnalazione di un consumatore campano, pare della provincia di Salerno, che avrebbe trovato in una confezione di patatine resti di «materiale organico». Dall’Asl campana che sta facendo le analisi, un commento stringato: «E’ qualcosa che non appartiene al mondo vegetale». Da qui la denuncia e l’immediato sopralluogo nello stabilimento di Novara, che dà lavoro a 130 dipendenti. Il sindaco di Novara Massimo Giordano non nasconde la propria preoccupazione per questo nuovo episodio che riguarda il colosso alimentare: «E’ una brutta vicenda, ne avrei fatto volentieri a meno anche per le conseguenze che ricadono sui lavoratori. Ma ho dovuto prendere atto della necessità e dell’urgenza dell’ordinanza dato che gli interventi da eseguire sono stati giudicati incompatibili con la contestuale prosecuzione della produzione di alimenti».Non si sa sino a quando l’azienda rimarrà chiusa. Lo scorso anno, anche in quel caso dopo la denuncia di un consumatore piemontese che aveva trovato un insetto in un sacchetto, l’Asl era intervenuta sollecitando la Pai a mettersi in regola. Invito disatteso o recepito con troppa lentezza e così agli inizi di agosto il sindaco aveva firmato l’ordinanza: anche in quella circostanza il testo non faceva riferimento all’episodio specifico ma ad alcune anomalie igieniche riguardanti i locali dove vengono conservate le patate fresche, pronte per essere lavorate e dove vengono cotte: il pavimento presentava un’intercapedine di sughero che si era seccato e si erano staccate alcune piastrelle. All’azienda erano stati imposti anche lavori alle zanzariere e ai pavimenti, tinteggiatura delle pareti e rinnovo delle pale con cui si impacchettavano le patate. L’esecuzione delle opere previste si era protratta e così era stata emessa l’ordinanza, senza però mai sospendere l’attività, perché - d’accordo sindacati e azienda - bloccare tutto nel cuore dell’estate sarebbe stato un colpo mortale per il mercato.La decisione di ieri, invece, è drastica. Nessuna deroga, blocco totale della produzione e chiusura dello stabilimento, che alle 18 di ieri sera ha terminato di sfornare patatine. Almeno fino a quando tutto non sarà a posto. I sindacati si dichiarano molto preoccupati: la cassa integrazione terminata da pochi giorni era legata al processo di ammodernamento imposto ad agosto. «Mancava solo la parte delle friggitrici - dicono i sindacalisti - il resto era stato completato». La Pai appartiene al gruppo San Carlo, azienda che opera nel settore chips, snack, pani e dolci. Dallo stabilimento di Novara ogni giorno si producono 65 tonnellate di patatine, circa 55 mila l’anno. E ogni giorno escono 27 Tir diretti a supermercati e negozi di tutta Italia. Il mercato domestico assorbe circa il 95 per cento della produzione.
Lunedì 03.03.08 lo stabilimento ha pripreso a funzionare dopo parere positivo dei NAS

(La Stampa. it - 26.02.2008)

27 febbraio 2008

CONSORZIO PARMIGIANO-REGGIANO: PARMESAN E' SOLO IL NOSTRO

Il termine ''Parmesan'' non e' affatto generico e costituisce una evocazione della denominazione ''Parmigiano-Reggiano''

Secondo l'Avvocato generale, anche la sentenza della Corte di Giustizia delle Comunita' europee non lascia dubbi: il suo uso per formaggi non conformi al disciplinare costituisce una violazione alla nostra DOP. ''Una sentenza -sottolinea Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano- che finalmente sgombra definitivamente il campo dalle ambiguita' dietro le quali si sono nascosti contraffattori che hanno procurato danni economici e d'immagine ad un prodotto cui si lega l'attivita' di 20.000 operatori e che, all'origine, vale oltre 800 milioni di euro e circa 1.500 al consumo. La sentenza e' una vittoria per tutti questi operatori e per tutti quei consumatori a favore dei quali abbiamo consolidato forti meccanismi di tutela, ma che in questi anni si trovati di fronte a denominazioni ingannevoli immessi sul mercato da industrie che abbiamo portato spesso in sede giudiziaria, ma che da ora sanno che non potranno piu' giocare su ammiccamenti o subdole forme di imitazione''. ''E' un risultato per il quale esprimiamo gratitudine a quanti sono scesi in campo a tutela del Parmigiano-Reggiano -aggiunge Alai- e in primo luogo alla Commissione Europea che ha aperto la procedura e al ministero per le politiche agricole ed agroalimentari per la pressante azione esercitata in sede UE e per le professionalita' che ha messo in campo in questa delicata vertenza''.

22 febbraio 2008

DOP PER LA TINCA GOBBA DORATA

A breve regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale Ue

La tinca gobba dorata del Pianalto di Poirino diventa un prodotto a marchio Dop.
Il via libera della Commissione europea sul riconoscimento della denominazione di origine protetta sarà ufficializzato nei prossimi giorni dalla pubblicazione del regolamento sulla Gazzetta ufficiale dell'unione europea. La tinca, spiega una nota dell'assessorato regionale all'Agricoltura, è un pesce di acqua dolce, che appartiene alla famiglia dei ciprinidi ed è caratteristica dell'area del Pianalto, un vasto altipiano di terre argillose, che comprende 24 comuni delle Province di Torino, Asti e Cuneo, estendendosi dal Roero verso la pianura del Po. L'allevamento di questa specie avviene in stagni di origine artificiale, scavati in invasi dal caratteristico colore rosso, che sembrerebbe essere la causa dei riflessi giallo-oro che danno la denominazione di tinca dorata. La tinca dorata è particolarmente apprezzata per la carne soda, non grassa e dal gusto delicato.

Un pò di numeri sui prodotti DOP:

  1. 9 formaggi (Bra, Castelmagno, Murazzano, Raschera, Robiola di Roccaverano, Toma piemontese, Gorgonzola, Grana padano, Taleggio; il Riso di Baraggia biellese e vercellese e i Salamini alla cacciatora),

  2. 4 prodotti Igp (Nocciola del Piemonte, Mortadella di Bologna, Castagna Cuneo, Salame Cremona),

  3. 13 Docg,

  4. 44 Doc per il settore vitivinicolo.

(22 febbraio 2008 - Apcom)

19 febbraio 2008

IL GELO INFIAMMA I PREZZI AL MERCATO

Allarme I rincari ancora non sono arrivati al banco ma gli agricoltori hanno già dichiarato la stangata I consumatori: pronti a denunciare gli speculatori. Il Garante Lirosi: moratoria per gli annunci

Ad annunciare l'ennesima stangata sui consumi è stata la Cia, la Confederazione degli agricoltori, secondo la quale l'aumento minimo che le massaie troveranno al banco sarà del 20%. I rincari, secondo gli esperti, sono nient'altro che il riflesso dei danni nell'agricoltura, che si traducono in aumenti alla produzione. Sulle stime dei rincari ha gettato acqua sul fuoco Marco Venturi, presidente della Confesercenti, secondo cui si tratta di ipotesi «un po' azzardate». Anche se allo stesso tempo, ha rilevato, «siamo in un libero mercato, se non c'è un prodotto aumenta la sua richiesta e i prezzi aumentano». Dunque ai cittadini non resta altro che combattere con le armi del mercato, e cioè limitando gli acquisti. Così è già stato nel 2007 secondo la Coldiretti che, lo scorso anno, ha registrato un calo dello shopping familiare del 2,7% per la frutta e del 3,1% per la verdura con una spesa di 6,8 miliardi equivalente a 4,3 milioni di tonnellate. I consumatori comunque non sono rimasti con le mani in mano. «Non sono giustificabili nuovi aumenti dei prezzi al dettaglio di frutta e verdura solo perché fa freddo d'inverno» ha detto Carlo Pileri, presidente dell'Adoc. Il Codacons, poi, ha messo a disposizione dei cittadini che vogliano segnalare aumenti ingiustificati dei prezzi nel settore ortofrutticolo il numero verde gratuito 800.911.911. E minacciato - con il presidente Carlo Rienzi - esposti alla magistratura. La stessa linea annunciata dal capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Bonelli secondo il quale «servono provvedimenti concreti in grado di prevenire gli aumenti ingiustificati dei prezzi» preannunciando l'invio di un esposto alla Procura della Repubblica ed all'autorità Antitrust «per fare piena luce sugli annunciati rincari dei prezzi dei generi alimentari, in particolare frutta e verdura». Insomma il fronte anti rincari è compatto. La spia è data dal fatto che Mr. Prezzi ha chiesto una moratoria «sugli annunci nei confronti delle associazioni d'impresa» dopo aver verificato che l'aumento dei costi prima di verificarsi sia stato annunciato. Il Garante Lirosi ha segnalato che «stiamo ingenerando aspettative inflazionistiche su annunci allarmistici privi di fondamento. Chiedo una moratoria alle associazioni d0impresa, in particolare quelle del mondo agricolo, che ogni giorno fanno dichiarazioni di aumenti di prezzi». Secondo Lirosi a subire gli effetti del gelo potrebbero essere solo cinque prodotti (tra cui zucchine, cavoli e carciofi), dal momento che gli altri sono coltivati in serra.