Prodotto avariato, mescolato con pezzi di plastica e scarti di lavorazione, pronto da servire sulle tavole degli italiani sotto forma di formaggio grattuggiato. Galbani, una delle grandi aziende che, secondo alcune indiscrezioni comparse sulla stampa, avrebbero messo in commercio il formaggio contraffatto ribadisce la "completa estraneita' alle notizie su truffe e scandali alimentari apparse sulla stampa nazionale". L'inchiesta partita il mese scorso dallo scandalo Tradel, l'azienda di Casalbuttano (Cremona) che 'riciclava' formaggio adulterato, ha portato oggi al coinvolgimento di un veterinario della Asl di Piacenza accusato di gravi complicita'. Luciano dall'Olio, indagato dalla procura piacentina per falso e abuso d'ufficio, era incaricato di vigilare sulla qualita' del prodotto di una delle tre aziende 'riciclone', la Delia con stabilimento a Monticelli d'Ongina e sede a Milano. Le tre imprese, Delia, Tradel e Megal, compravano scarti di lavorazione e formaggio scaduto dalle grandi aziende. Dopo averlo fuso e diviso in panetti lo rivendevano ad altri marchi, pronto per essere grattuggiato e venduto sugli scaffali dei supermercati come parmigiano o grana padano. Una triangolazione che permetteva alle aziende un volume di affari di 30milioni, grazie alle 12mila tonnellate di merce lavorata in due anni e lanciata sui mercati di mezza Europa. (AGI - Milano, 5 set.)
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