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18 febbraio 2011

Svelata la ricetta segreta della Coca-Cola


Resa nota la composizione dell'ingrediente 7X, fondamentale per il sapore

Potenziale terremoto nel mondo dell'alimentare: è stata scoperta la ricetta segreta della Coca-Cola. E' quanto annuncia il sito USA Thisamericanlife.
I dirigenti Coca-Cola sono da sempre consapevoli come l'esclusività degli ingredienti sia fondamentale per rimanere un passo avanti nel mercato delle bibite gassate. Per questo, la ricetta era rinchiusa nel caveau corazzato di una banca di Atlanta e solo due dipendenti della multinazionale erano autorizzati a conoscere gli ingredienti.
Thisamericanlife sostiene di aver superato la rete di segretezza consultando un edizione del 1979 del "Atlanta Journal-Constitution": a pagina 28 del quotidiano è riportata la lista degli ingredienti, completa delle dosi necessarie. In base ai primi esami l'elenco è opera di un amico di John Pemberton, il farmacista di Atlanta che nel 1886 inventò la bevanda in questione.
L'amico scrittore riporta così una serie di ingredienti: "Aromi naturali, compresa la caffeina, insieme ad acqua gassata, zucchero, acido fosforico e coloranti". Non è trascurato nemmeno il fondamentale ingrediente segreto, 7X di cui vengono indicate le essenze necessarie alla realizzazione. Questo è particolarmente importante: nonostante a livello quantitativo sia l'1% del totale, è proprio 7X a dare alla Cola il suo sapore unico.


7X Flavor
Alcohol 8 oz 1 qrt
Orange Oil 20 drops 80
Lemon Oil 30 120
Nutmeg Oil 10 40
Corriander Oil 5 20
Neroli Oil 10 40
Cinnamon Oil 10 40


Per sicurezza, Thisamericanlife ha chiesto la consulenza dello storico Mark Pendegrast, che in passato aveva già lavorato sulle vicende della bevanda. Ad oggi Pendegrast sposa la tesi del portale e ritiene che quella diffusa "Sia sicuramente una versione della formula".
(www.newsfood.com venerdì 18.02.2011)

27 gennaio 2011

Prosciutto di Parma: Cresce il business delle vaschette


Nel 2010 le aziende del Consorzio del Prosciutto di Parma hanno venduto oltre 60 milioni di vaschette, pari a 6,6 milioni di kg di Dop con un incremento del 10% rispetto all'anno precedente; in complesso sono stati poco meno di 1,3 milioni i prosciutti con la Corona Parma affettati e preconfezionati. Risultati molto positivi sia in Italia (+8,4%), dove si vendono due milioni di kg di Parma preconfezionato (17 milioni di vaschette), sia all'estero (+10,4%), dove vengono esportati oltre 4,5 milioni di kg (43 milioni di vaschette).Le vendite sono più che raddoppiate negli ultimi cinque anni e assorbono oggi il 14% della produzione, che si aggira intorno ai 9,2 milioni di prosciutti. Nel 2010 il prosciutto con la corona ha raggiunto le tavole di 61 Paesi di cinque continenti, ultimo in ordine di tempo la Nuova Caledonia, con 22.000 vaschette. Tra i più grandi fan del Parma in vaschetta, oltre all'Italia (17 mln di confezioni), il Regno Unito (16,5), la Francia (6,9) e, fra i Paesi Terzi, gli Usa (1,6 milioni) e il Giappone (oltre 350.000). La filiera del Prosciutto di Parma è composta da 5.500 allevamenti suinicoli, 120 macelli, 162 stagionatori; il giro di affari al consumo supera 1,7 miliardi."Aver imposto anche per il Parma in vaschetta lo stretto divieto di additivi chimici, garantendo l'assoluta naturalità del prodotto, ci consente di differenziarci in modo importante da tutti gli altri salumi - commenta Paolo Tanara, presidente del Consorzio - e di presentarci in modo vincente a quei clienti che richiedono prodotti naturali e fortemente legati alla tradizione. I mercati migliori per il Parma preaffettato sono proprio i Paesi del nord Europa, tradizionalmente più attenti a questo tipo di discorso".
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( http://parma.repubblica.it/ 27 gennaio 2011)

09 settembre 2010

Prima mappa dei servizi per i disturbi del comportamento alimentare


Pubblicata sul sito istituzionale http://www.disturbialimentarionline.gov.it/ la prima Mappa dei Servizi, sia pubblici che privati accreditati, per il trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), frutto di una ricognizione dell’esistente in termini di rete assistenziale al fine di offrire, a chiunque ne abbia bisogno, i riferimenti dell’offerta articolata a livello regionale.La mappa, presentata il 9 giugno 2010 a Palazzo Chigi, in occasione della Conferenza Stampa congiunta tra il Ministero della Salute eil Dipartimento della Gioventù dal titolo "Disturbi dell’alimentazione: per un'azione di sistema", vuole essere uno strumento di informazione dinamica, suscettibile di costante aggiornamento, per dare conto della evoluzione nel numero e nelle caratteristiche della offerta di servizi, consentendo anche di fornire alle istituzioni indicazioni sulle necessità di potenziamento dell’offerta terapeutica.Tale iniziativa si inserisce nell’ambito del Progetto "Le buone pratiche di cura nei Disturbi del Comportamento Alimentare", afferente al Programma "Guadagnare Salute", realizzato di concerto tra Ministero e Dipartimento e affidato alla Regione Umbria.Il sito è consultabile dagli operatori e dagli utenti, che potranno così accedere ad un database ricco di informazioni dettagliate (denominazione, indirizzo, dati della struttura/servizio DCA, responsabile della struttura/servizio DCA, livello di trattamento erogato, orari di apertura/funzionamento, modalità e costo della prima visita, personale dedicato) ed effettuare ricerche mirate sulla base di diversi criteri (livello di trattamento, tipologia di struttura/servizio, ASL di appartenenza, posizione geografica, denominazione).Sono, inoltre, disponibili le sezioni “Notizie” per trovare informazioni su eventi, corsi o novità dai Centri DCA e dalle Associazioni, e "Documenti" per scaricare risorse e pubblicazioni di interesse.

(Redazione salute.gov.it - 09.09.2010)

26 agosto 2010

INTOLLERANZE NASCOSTE, 'ATTENTI ALLE ETICHETTE ANCHE D'ESTATE'


(ASCA) - Roma, 26 ago - Un pasto fugace sotto l'ombrellone, la tentazione gastronomica locale, un'alimentazione piu' spensierata oppure un ristoratore sbadato o furbo. D'estate la reazione allergica e' in agguato per chi soffre di intolleranze alimentari. ''Sono il 2% degli adulti e il 6-7% dei bambini, gli italiani che soffrono di allergie alimentari - spiega ad ASCA Domenico Schiavino, allergologo del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma - e se nel bambino le allergie alimentari piu' comuni sono al latte, alle uova e al pesce, nell'adulto al gruppo noci e semi, ai crostacei, al latte, uova, pesce e frutta''. I recenti casi di cronaca hanno riproposto l'attenzione sul fenomeno delle intolleranze, che in alcuni casi possono mettere in pericolo di vita. ''Il paziente allergico agli alimenti che mangia fuori casa corre rischi maggiori - commenta l'allergologo -, soprattutto per quelle allergie alimentari provocate da allergeni 'nascosti', che si verificano quando non e' segnalato''. E' il caso del latte ''che puo' ritrovarsi nei salumi e in zuppe precotte - dice l'esperto - o delle uova che possono essere nascoste in alcuni tipi di pane, in zuppe precotte, salse e altri alimenti''. E quando si mangia al ristorante il consiglio dello specialista e' di ''chiedere con educata fermezza l'esatta composizione dei piatti, possibilmente parlando con il cuoco - conclude Schiavino - l'unico a sapere se in un particolare piatto non ci sia alcuna traccia di allergeni''.

02 luglio 2010

ALIMENTARE: CONFAGRI, 'HALAL' E' OPPORTUNITA' PER LE IMPRESE


Per il cibo halal (lecito, secondo i dettami del Corano) "e' un vero e proprio boom di richieste e il 'made in Italy' potra' segnare un altro successo con i diversi piatti tipici della cucina italiana non solo sui mercati nazionali, ma anche sui mercati esteri". Lo fa presente Confagricoltura dopo la firma alla Farnesina del protocollo per la certificazione Halal registrata dalla Coreis (Comunita' Religiosa Islamica), in conformita' con la normativa italiana ed europea in materia sanitaria. "I consumatori musulmani piu' giovani", sostiene Confagricoltura, "non vogliono limitarsi ai cibi tradizionali: cosi' e' un fiorire di hamburger e lasagne halal; in Francia e' stato perfino lanciato uno spumante non alcolico chiamato 'Notte d'oriente' per brindare nelle occasioni di festa". Il 'made in Italy' - evidenzia Confagricoltura - puo' cogliere l'occasione di servire la terza grande concentrazione di musulmani nel mondo: quella europea. Si tratta di oltre 20 milioni di consumatori con buona capacita' d'acquisto e in costante crescita. La popolazione musulmana piu' numerosa e' in Francia (circa 6 milioni per quasi il 10% della popolazione), dove il fatturato quest'anno superera' i 5 milioni di euro (circa la meta' del giro d'affari del biologico) e tutte le grandi catene di supermercati hanno colto l'occasione: da Casino a Carrefour non manca mai l'halal corner. In Italia i consumatori halal si concentrano in Toscana e nelle grandi citta'. Ma i dati sono trasversali, ad esempio, nella sola Viterbo ci sono 5 macellerie islamiche e al supermercato coop del Casilino c'e' un vero e proprio corner 'lecito'. Finora la questione della macellazione islamica e della certificazione e' stata decisamente spinosa, ricorda Confagricoltura, e il marchio di qualita' che permette di certificare la conformita' del cibo halal permettera' alle imprese italiane di rispondere alla crescente domanda di un mercato che non conosce crisi: quello dei prodotti alimentari conformi alla religione islamica.
(AGI) - Roma, 1 lug.