Nel 2010 le aziende del Consorzio del Prosciutto di Parma hanno venduto oltre 60 milioni di vaschette, pari a 6,6 milioni di kg di Dop con un incremento del 10% rispetto all'anno precedente; in complesso sono stati poco meno di 1,3 milioni i prosciutti con la Corona Parma affettati e preconfezionati. Risultati molto positivi sia in Italia (+8,4%), dove si vendono due milioni di kg di Parma preconfezionato (17 milioni di vaschette), sia all'estero (+10,4%), dove vengono esportati oltre 4,5 milioni di kg (43 milioni di vaschette).Le vendite sono più che raddoppiate negli ultimi cinque anni e assorbono oggi il 14% della produzione, che si aggira intorno ai 9,2 milioni di prosciutti. Nel 2010 il prosciutto con la corona ha raggiunto le tavole di 61 Paesi di cinque continenti, ultimo in ordine di tempo la Nuova Caledonia, con 22.000 vaschette. Tra i più grandi fan del Parma in vaschetta, oltre all'Italia (17 mln di confezioni), il Regno Unito (16,5), la Francia (6,9) e, fra i Paesi Terzi, gli Usa (1,6 milioni) e il Giappone (oltre 350.000). La filiera del Prosciutto di Parma è composta da 5.500 allevamenti suinicoli, 120 macelli, 162 stagionatori; il giro di affari al consumo supera 1,7 miliardi."Aver imposto anche per il Parma in vaschetta lo stretto divieto di additivi chimici, garantendo l'assoluta naturalità del prodotto, ci consente di differenziarci in modo importante da tutti gli altri salumi - commenta Paolo Tanara, presidente del Consorzio - e di presentarci in modo vincente a quei clienti che richiedono prodotti naturali e fortemente legati alla tradizione. I mercati migliori per il Parma preaffettato sono proprio i Paesi del nord Europa, tradizionalmente più attenti a questo tipo di discorso".
OAS_RICH('Middle');
( http://parma.repubblica.it/ 27 gennaio 2011)
OAS_RICH('Middle');
( http://parma.repubblica.it/ 27 gennaio 2011)