VERONA (3 giugno) - Dopo 16 anni gli storici panettoni Motta e Alemagna potrebbero tornare italiani. Ad acquistarli potrebbe essere la veronese Bauli, che ha avviato trattative in questo senso con il gruppo Nestlé. La multinazionale svizzera punta a cedere il business dei prodotti dolciari da ricorrenza e i due storici marchi, escluse le attività di Motta e Alemagna nel settore dei gelati e surgelati, che resteranno a Nestlé. L'operazione, qualora andasse in porto, è destinata a rafforzare ulteriormente la posizione di Bauli sul mercato dei dolci da ricorrenza. Il panettone Motta è infatti oggi il più venduto in Italia e, complessivamente, Motta e Alemagna detengono la seconda quota del mercato dei dolci da ricorrenza in Italia, alle spalle della stessa Bauli che - secondo quanto riporta l'azienda sul proprio sito web - detiene oltre un quarto di tutto il mercato a Natale e Pasqua con punte anche del 38% nel segmento del pandoro. La trattativa in corso tra Nestlé e Bauli prevede, oltre alla cessione dei due marchi, anche la vendita del sito produttivo di San Martino Buon Albergo (Verona). La multinazionale svizzera - si legge in una nota del gruppo - ha riscontrato nella proposta di Bauli coerenze strategiche nello sviluppo del business, garanzie di salvaguardia delle attività dello stabilimento veronese, continuità occupazionale e affidabilità nella gestione di marchi storici. I brand Motta e Alemagna, nati da due aziende familiari milanesi negli anni Venti e poi rilevati dalla Sme del gruppo Iri, vennero acquistati dalla Nestlé nel 1993: allora i due marchi storici avevano numerosi problemi di redditività e di business, ma il gruppo elvetico ha fortemente investito sulle loro produzioni e ne ha rilanciato gamma e consumi.Il marchio Motta, il cui prodotto più famoso agli inizi era il tradizionale panettone meneghino, è poi diventato centrale anche nel settore dei gelati, dove è presente fin dagli anni '50: in questo campo, però, la Nestlé intende ora mantenere la proprietà del marchio, come pure dell'Alemagna, continuando nella produzione di gelati.L'ufficializzazione della trattativa fa crescere intanto la preoccupazione dei sindacati, già allarmati nei giorni scorsi dalle indiscrezioni circolate sulla stampa. «Una volta per tutte la Nestlé deve dire cosa intende fare realmente con le produzioni italiane», ha detto il segretario nazionale della Flai-Cgil, Antonio Mattioli. Il sindacato, che è preoccupato del mantenimento dei livelli occupazionali a San Martino Buon Albergo, dove sono occupati 800 lavoratori fra fissi e stagionali, ha confermato per il 5 giugno 8 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti Nestlé.
(il mattino.it 07.06.09)