Il Consorzio del Prosciutto di Parma ha reso noti i risultati della maxi operazione di vigilanza che ha portato al sequestro di circa 1000 falsi prosciutti di Parma. Un'operazione complessa, la piu' rilevante nella storia dell'Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio. L'operazione - che si e' protratta per oltre due mesi - nasce da un'indagine del Consorzio avviata a Bari lo scorso ottobre dove sono stati sequestrati i primi prosciutti contraffatti. L'oggetto della contraffazione e' il noto marchio a fuoco, la 'corona ducale', che contraddistingue il prosciutto di Parma originale, ma che questa volta e' stata apposta con un timbro falso su prosciutti non genuini. Dopo una lunga attivita' di ispezioni ed interrogatori, sono emersi i nomi dei responsabili della falsificazione, rappresentanti di due aziende, l'una di Rovigo e l'altra di Vicenza, operanti nel settore della lavorazione e del commercio di salumi. In stretta collaborazione con i Carabinieri Nas di Padova e dalla Procura della Repubblica di Vicenza, gli ispettori del Consorzio hanno seguito le tracce dei prosciutti falsi in Puglia, Campania, Emilia-Romagna e Sicilia. Circa 1000 falsi prosciutti di Parma sono stati sequestrati, ed al termine delle indagini, i soggetti coinvolti hanno confessato i reati commessi e consegnato i timbri falsi utilizzati per la contraffazione. Sono chiaramente scattate le denunce a piede libero per i rappresentanti delle due aziende che hanno commercializzato il prodotto e per gli artigiani ferraresi che hanno fornito loro il timbro falso per marchiare i prosciutti. Rischiano tutti una condanna penale per frode in commercio, una sanzione amministrativa pecuniaria per la contraffazione del marchio oltre a dover risarcire gli ingenti danni provocati all'immagine del Consorzio e della DOP Prosciutto di Parma.(...) . I reati sono sempre gli stessi, frode in commercio e contraffazione del marchio 'Corona', anche se in questo caso la dimensione della frode era di minor rilevanza. L'imputato e' stato in questo caso condannato a sei mesi di reclusione ed al pagamento di una somma pari a 3.800 euro, ma questa e' solo la prima fase, ora sara' la volta dei procedimento amministrativo e di quello civile. 'Si tratta di una delle operazioni piu' rilevanti nella storia dell'Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio del Prosciutto di Parma - ha commentato Stefano Fanti, direttore del Consorzio - un'operazione complessa, che si e' protratta per due mesi e che si e' conclusa con successo grazie ai controlli puntuali dei nostri ispettori e alla collaborazione dei Carabinieri Nas di Padova e dalla Procura della Repubblica di Vicenza'.
(AGI - Parma, 27 feb.)